Un vasto work in progress collettivo itinerante che parte dal gioco, pensato per la piazza intesa come Agorà (luogo dell’incontro e del confronto), per rimettere in gioco i concetti d’identità e differenza, incontro con l’altro, l’estraneo, strano in quanto straniero, lo sconosciuto proveniente da un altro mondo. La moltitudine migrante degli "Abi-Tanti" è composta da oltre 7.000 esemplari, realizzati a partire da materiali eco-sostenibili, scarti industriali, quadrelle e cubotti di legno, dalle tante persone che adottano il progetto, inteso come work in progress, utile a configurare una moltitudine di esseri apparentati per famiglie contraddistinte dal differente aspetto esteriore.
Nel suo lungo viaggio partito da Torino nel 2000, l’esposizione ha toccato numerose tappe in Italia e oltralpe, da Milano a Napoli, da Biella a Udine, da Rivoli a Grenoble fino ad arrivare a Parigi e alla grandiosità del Louvre, in occasione della mostra di Michelangelo Pistoletto "Année un, le Paradis sur Terre".
A Ventimiglia gli "Abi-tanti" sono oggi adottati dal Museo Archeologico Rossi in un contesto di particolare rilievo simbolico, con la loro forte presenza, colorata e silenziosa, in un territorio di confine che ha saputo far fronte all’attuale emergenza della migrazione con un esemplare impegno della comunità civile.