In questa sezione si intende presentare brani scelti e significativi di Renzo Laurano: da “Chiara Ride” a riflessioni sul tema del rapporto con il mare e con le sue “maschere di vita”.
Chiara ride
Chiara al tuo ridere vedo i pagliacci
Cercano invano di darsi un contegno.
Ebbra di giostra a un cavallo di legno
rotta ti abbracci.
Dentro il tuo ridere vedo le arance
che mangi. Ridi coi gusti più buoni
del mondo in bocca. Tu ridi a spintoni
schianti le guance.
Il tuo bel ridere aperto è un piacere
vivere. Ridi ignorando la scenica
arte del riso e fai sempre domenica
con sognagliere.
Dentro il tuo tremulo riso balletti.
Scoppiano tinte gazose. A gran gala
tintinna un féstival: razzi bengala
e mortaretti
Marinaresca la mia favola
Come non sanno il colore dell’aria
le rondinelle, a pena il marinare
sa delle azzurre lande.
Quante corse
al vento nella spuma di sapone
dei vari agevoli mattini !
In gioventù, si va; e, chiglia di sandalo,
si scivola. Poi tempo, che tu ari
il sale, è giunto. Il campo è grande, è strano,
si naviga, ma è tutto un altro mare.
Nella memoria splendono i velieri,
vascelli a vele date a tutti i venti,
immagina di me, quando un naviglio
fui, tutta insegna candida, a splendore
spampanato, da ingenuo. Ero nell’aria
come a disfida, e tra compagni in fiore,
gonfalone dei giovani.
Ma è tardi,
per me; già come, anzitempo, io rubava
una stagione agli anni. Già da mozzo,
navigai: navigavo: e per andare
con i grandi. Non ho perduto tempo,
mai, ch’io non fossi per per perderlo amando
vivere come vissi.
Il mio berretto
da marinare svengolo. E che basti,
essere un giovane lupo di mare ?
Alba
Sottomarine nel chiaro
lucciole verdi e ovali.
fredde campane, e da un faro
piccoli estremi segnali
e disegnati cammini
Pellicano
Irene bagnante che in punta
di piedi, elevata e congiunta
t’incidi, staccata dal mare,
il recto ora il verso iridare
lasciandoti, dai che a uno strano
pellicano
sui lidi terreni somigli?
Il volto nel piccolo vano
dei seni divisi assottigli
Solo mare
Luna e nel solo mare
ieri notte in battello
eravamo in un bagno
molle e vago di luna
Nella barca nessuna
donna ma languidezza
femminina e fu dolce
ricordare ogni bella
Da “Vagabondar per mare” Costa d’Avorio-Sanremo-Costa d’Avorio
…Pure Sanremo… Mia piccola Africa
di Sanremo era il nido, provenzale
verziere. Il nido, ahi, troppo deliciàno…
Ritorno a sommario: “Renzo Laureano, pseudonimo di Luigi (Gigetto) Asquasciati (1905-1986)”